AMBIENTE



“ VIA MARGUTTA “…










 “Amore vedessi com'è bello il cielo a via Margutta insieme a te ….”
Parafrasando irriverentemente le parole di una bellissima canzone voglio mostrarvi la condizione in cui versa la via D’Azeglio, adiacente lo storico palazzo Municipale, a pochissimi metri dalla centralissima piazza Garibaldi a Lungro in Calabria .Il cantiere di ristrutturazione dello storico edificio comunale ,simbolo della comunità, è ormai abbandonato da anni .Il palazzo oltre a rappresentare la memoria storica del nostro paese ,è potenzialmente un volano per il recupero,la rivitalizzazione e la salvaguardia del centro storico .Invece di inseguire utopie ripetitive , strumentali e fantasiose ,irrealizzabili concretamente che porterebbero inevitabilmente all’ennesimo spreco di denaro pubblico elargito con superficialità per realizzazioni palliative di facciata che certamente non “varrebbero la candela “,occorre “accendere i riflettori” su questo scenario concreto e presente ,anzi colgo l’occasione per invitare qualche “ illustre taumaturgo del protagonismo locale “ a “ incatenarsi “ virtualmente ai tubi di questo cantiere chissà se, in forza delle sue doti ,si riuscirà ad ottenere il miracolo di avere ancora efficiente e “ più bello che pria “il palazzo di Donna Livia ….



























"...LA GRANDE BELLEZZA ..."












 Queste ,per certi versi ,allucinanti immagini si riferiscono alla zona San Leonardo di Lungro in Calabria ,questi tre edifici ormai abbandonati per evidenti motivi da molti anni sono ancora li quasi a suggellare il pressapochismo incosciente di coloro i quali all'epoca ubicarono anche in questo posto parte del piano regolatore comunale ,nonostante anche i bambini della scuola dell'infanzia sapessero che in questa zona "passa" la famigerata "frattura di Lungro" una colossale secolare frana che parte dalla Petrosa a nord ovest ,attraversa la zona di San Leonardo e termina a Fiumicello.Su questa frana insisteva anche l'antica miniera di salgemma e non viceversa come qualcuno strumentalmente sostiene.Comunque il tempo è scaduto ! Occorrono urgenti interventi miranti in primo luogo alla demolizione di detti immobili ,tre, e quindi alla bonifica e messa in sicurezza di tutta l'area con il più semplice e idoneo degli interventi :la creazione di un bosco di acacie pianta particolarmente adatta per le sue ramificatissime radici a sostegno del terreno .Non un solo grammo di cemento dovrà più essere messo qui sopra ! Le risorse relative al "dissesto idrogeologico " ci sono e vanno utilizzate anche e soprattutto per salvaguardare le restanti abitazioni nei pressi e che senza interventi di alleggerimento dell'area si andrebbe verosimilmente incontro ad un effetto domino con conseguenze devastanti .
























TRA  SQUALLORE  E  FARSA ...




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 Questo è il quarantatreesimo cumulo di rifiuti nell'abitato di Lungro in Calabria nonostante la "raccolta differenziata".La scena è ormai consueta da Roma in giù, oggi in Calabria e specificatamente in provincia di Cosenza tocca livelli alti e preoccupanti .Le motivazioni ufficiali sono la chiusura di alcune discariche per esaurimento . Banale ,ovvia e per certi versi reale giustificazione .In effetti il sistema discarica ha mostrato tutta la sua inefficacia vuoi per il naturale esaurimento vuoi per l'impatto con l'ambiente .E allora ? Ma certo la panacea del male ,la cosiddetta "raccolta differenziata" che si fa anche quì a Lungro da qualche anno con i risultati che vedete .La domanda sorge spontanea ,se le discariche per la raccolta del nero sono esaurite ,come mai plastica ,carta ,vetro e umido sono anche in "pausa" insieme al nero ? Farsa o cosa? La verità è che questi rifiuti calabri fra qualche settimana per mezzo di navi partiranno dal porto di Corigliano destinazione Olanda con un ovvio salato prezzo ;gli olandesi dopo averli trattati nei termovalorizzatori ci venderanno l'energia ,ovviamente a prezzi salati ..Nel centro nord qualcosa si è capito infatti città come Torino ,Reggio Emila, Brescia per citarne alcune, dispongono di inceneritori e termovalorizzatori tecnologicamente avanzati con inquinamento zero ...Qui da noi non è possibile perchè si oppongono i "Pecoraroscanio" di turno e i "pupari della monnezza"....



























PAESAGGIO...









 Il paesaggio è un po’ lo specchio che riflette le vicende umane e quando è il risultato di un lungo processo di adattamento ,diventa una vera e propria testimonianza storica.Da qui discende l’importanza di un protezione del pa...esaggio in tutti i suoi aspetti, ma sarebbe tuttavia troppo pretendere di conservarlo così com’è , quasi sotto una cappa di vetro a riparo da ogni intervento.Non dobbiamo dimenticare che nel paesaggio si rispecchia con particolare evidenza il rinnovamento economico e sociale di un paese, l’opera di tutela deve quindi permettere l’inserimento di nuovi elementi senza alterare l’equilibrio fra le parti che lo compongono.E’ necessaria perciò una politica di conservazione del paesaggio e dell’ambiente, cioè l’insieme delle condizioni naturali ed umane nelle quali vive una comunità , che aiuti a preservare l’aria e l’acqua dall’inquinamento ,a salvare le specie animali e vegetali dall’estinzione,a rendere sani i luoghi di abitazione e di lavoro, a difendere il verde tenendo sempre conto che il rapporto uomo ambiente è soggetto a cambiamenti continui.






















PECUNIA NON OLET....MA I RIFIUTI SI.....












Queste immagini si riferiscono alle montagne  di rifiuti che "costeggiano" la statale 19 delle Calabrie,un tempo gloriosa strada consolare romana ,via Popilia , nei pressi delle  Terme di Spezzano Albanese in Calabria .Non è un caso singolo o isolato ,ma è la condizione in cui versa la provincia di Cosenza , la regione Calabria e, in maniera alternata, tutto il sud Italia .Questo è il risultato di politiche suicide e ipocrite  che rifiutano le costruzioni degli inceneritori e termovalorizzatori con scuse banali e ormai tecnologicamente superate posto che città come Torino ,Piacenza ,Brescia,per fare qualche esempio  hanno questi impianti in centro abitato  e si constata giorno dopo giorno con puntuali e rigorosi controlli che è tutto perfetto dal punto di vista tecnologico e soprattutto di tutela ambientale per l'alto e avanzato grado di tecniche costruttive .Si pensi che la Svizzera e la Germania fanno affari con i nostri rifiuti in quanto noi paghiamo a loro milioni di euro per "trattare" i nostri rifiuti che poi vengono trsformati in energia che viene rivenduta a noi. In effetti questo paradosso ha poi un altro e più inquietante aspetto quello del "businnes interno" gestito dalla malavita  organizzata ,dalle società di smaltimento e dalla inettitudine delle amministrazioni locali, che pur di avere finanziamenti pubblici ne inventano una al giorno  come la farsa della raccolta differenziata che costa ai comuni e quindi ai contribuenti ,milioni di euro per intermediari,logistica e cllientele ma  che poi nella sostanza è una bufala perchè i cittadini non la fanno , i comuni non controllano nulla e va tutto in un unico "calderone", se prima non si brucia sotto qualche muro alla periferia dei paesi con l'inconfondibile  lezzo della plastica che brucia e il pericolo della diossina che si sprigiona ...altro che inceneritori ...La verità ineludibile è che le discariche hanno fatto il loro ,brutto tempo,spazi non ne esistono nè sono disponibili ,nè le discariche hanno periodi di smaltimento  ragionevoli anzi sono eterne per cui se non si va verso gli inceneritori e termoconvertitori prima di dopodomani saremo costretti a convivere con i rifiuti e per non venire sommersi,dovremmo ...mangiarceli ...


















ILVA

 

 

 

 

 

Con il nome della originaria azienda del 1905 è nata sulle ceneri della dismessa Italsider .Prende il nome dal nome latino dell'isola d'Elba dalla quale era estratto il minerae di ferro che alimentava i primi altiforni in Italia a fine ottocento.Il più importante stabilimento italiano è situato a Taranto e costituisce uno dei maggiori complessi industriali in Europa .Altri stabilimenti sono a Genova,Novi Ligure,
Racconigi ,Patrica ,Varzi.


























ILVA TARANTO,MORIRE DI LAVORO O MORIRE SENZA LAVORO







  Il ricatto tra morire di lavoro o morire senza lavoro è infame, indegno di un paese civile e moderno. Non possono esserci alternative tra stipendio e salute. Sono due diritti che la Co...
stituzione Italiana riconosce e tutela.
Non la tiriamo in ballo solo per fare demagogia politica .
Sarebbe molto utile che, in queste ore drammatiche, tutti i responsabili recuperassero l’uso della ragione praticassero il diritto. Perché i dirigenti dell’Ilva hanno permesso che per anni le lavorazioni avvenissero con modalità tanto pericolose? Perché gli organi di controllo hanno fatto finta di non vedere per decenni? Perché i politici hanno continuato a far assumere lavoratori in cambio di voti? Perché il sindacato ha tollerato la morte di tanti operai?E’ la stessa storia del Petrolchimico di Marghera o della Tyssen e di tanti mostri industriali che hanno distrutto l’ambiente e la dignità. Non ci sono scorciatoie praticabili. Gli impianti debbono funzionare, ma in modo sicuro e salubre. Senza ricatti, senza subdoli tentativi di scaricare sui poveri dannati dell’altoforno le conseguenze drammatiche di inadempienze che sono ben più altolocate.Ognuno faccia fino in fondo il suo dovere, nel rispetto della legge e dei diritti umani. Nessuno si tiri indietro elaborando una strategia precisa che consente la definitiva bonifica e messa in sicurezza dell’impianto nel quale – giova ricordarlo -sono stati spese ingenti risorse pubbliche .














ANCORA FIAMME SUL POLLINO
UN PARCO DA SALVARE PRIMA CHE SIA TROPPO TARDI

 

Certo che , qui da noi , giorno dopo giorno ,le cose con le quali abbiamo a che fare ,da qualsiasi parte proviamo a voltarci , appaiono sempre più surreali. Dopo i fatti di cronaca delle settimane scorse in altri campi , si pone ora sotto gli occhi degli osservatori , la vicenda del Parco Nazionale del Pollino .Parco ,dal latino parcere riservare, tutelare ,proteggere.Doveva in effetti tutelare ,ora invece ,necessita di una tutela e salvataggio per la sua sopravvivenza o quantomeno la sua efficienza .
Il  Parco Nazionale del Pollino, a cavallo tra  Basilicata e Calabria ,il secondo in Italia per estensione , dopo quello dello Stelvio,comprende oltre che il Massiccio del Pollino ,i Monti dell’Orsomarso  e il Monte Alpi di Latronico .I  2267  metri di altezza s.l.m. della Serra del Dolcedorme costituiscono il rilievo più alto della Italia Meridionale. Il Parco venne istituito con D.M. dell’Ambiente  il 1/12/1990 .La gestione Ente Parco nel 1993. Ha una superficie di 192.565  ettari. Come si accennava ,interessa il territorio di due importanti regioni meridionali ,Calabria e Basilicata ,ricche di potenziali risorse e soprattutto bisognose di radicali interventi sulla tutela ambientale e incentivazioni allo sviluppo del territorio in questo settore che potrebbe fare da volano a tutta l’economia .Il Parco si trova strategicamente inserito fra due mari, il Tirreno e lo Jonio al centro di una vasta area fra la piana di Sibari a sud e la zona della valle del Mercure e i giacimenti petroliferi lucani della val D’Agri a nord, sono presenti anche all’interno della zona del Parco notevoli sorgenti termali .Dal punto di vista fisico,il paesaggio si diversifica notevolmente: mentre a nord discende dolcemente verso i fiumi Sinni e Mercure-Lao a sud si presenta aspro ed accidentato .Alcuni fiumi sono circondati da lussureggiante vegetazione boschiva ,come il Peschiera, altri sono imprigionati all’interno di profonde gole come il Raganello,Argentino e Lao.Nel Parco del Pollino è presente la importante formazione vegetale del Pino Loricato, una specie presente solo sul Pollino ,con esemplari che raggiungono anche i 900 anni di età. Nei monti dell’Orsomarso vive ancora un nucleo del rarissimo capriolo italico.Sono presenti anche il lupo, la lontra,l’aquila,il picchio nero,il driomio pur se non facilmente avvistabili.A livello di reperti storici occorre segnalare la Grotta del Romito presso Papasidero dove sono stati rinvenuti graffiti e sepolture di 12.000 anni fa  e il monte Manfriana  dove a 1900 metri di altitudine si trovano i resti di un piccolo tempio Ellenico.Fatta questa doverosa premessa ,ci preme informare tutti i cittadini  che un importante Ente come questo ,è al centro di quotidiane pressanti denunce , da parte delle comunità che fanno parte del Parco del Pollino ,riguardanti la sua negativa e inadeguata  gestione che in pratica inficia ogni reale possibilità di evoluzione e sviluppo nello spirito di ottemperare alle reali finalità per cui l’Ente stesso è stato creato .Occorre pertanto un’inversione radicale di tendenza sia a livello di gestione che di guida politica per elaborare idee e sviluppare proposte  atte a creare una migliore e più produttiva gestione  delle risorse per lo sviluppo del territorio , da anni mortificato da una politica asfittica, inadeguata, incapace e addirittura poco trasparente ,con contradditori e insignificanti interventi contraddistinti da finalità clientelari di basso e riduttivo profilo.E’ questo del Parco Nazionale del Pollino, un territorio ricco di immense potenziali risorse che sono un punto di riferimento imprescindibile per uno sviluppo ben  programmato ,articolato e lungamente auspicato dalle popolazioni interessate. E’ ormai indispensabile e improcastinabile un decisivo intervento del Governo centrale per salvare il Parco prima che sia troppo tardi ,quando ormai le risorse sono state “bruciate” nelle solite inutili e improduttive operazioni clientelari ,specchio di un costume che ha ridotto il nostro territorio  in queste condizioni.La questione incendi di questi giorni la dice lunga  sulla totale inadeguatezza di programmi e utilizzo delle immense risorse pubbliche da parte dei consiglio di amministrazione del Parco stesso .Manca un adeguato monitoraggio ,manca una soddisfacente azione di vigilanza umana a livello di guardie  del parco, manca ovviamente una struttura che a sua volta controlli l’operato delle guardie … …In effetti il 99 % del bilancio del parco dovrebbe essere utilizzato per le azioni di vigilanza e tutela, a  prevenzione secondo lo spirito  della sua istituzione ..parcere .preservare ..proteggere .Tutelare l’esistente in primo luogo e poi il resto a cui si accennava sopra .Le alchimie politico clientelari mortificano un  territorio dove si è arrivati all’assurdo che il Parco finanzi la stessa opera pubblica più volte   all’interno dei centri abitati comunali o finanzi mostre fotografiche o sagre paesane sempre  a fini  clientelari propagandistici  e ci  portano  lontano dalla vera autentica finalità per cui i parchi stessi sono stati ideati e istituzionalizzati .Lo scempio di questi giorni deve far riflettere e se i responsabili veri non hanno la dignità di rassegnare  le dimissioni dai loro super remunerati incarichi ,dati peraltro non si sa per quali meriti e per quali specifiche competenze,sia allora il Governo centrale a commissariare il Parco del Pollino o quantomeno sospendere le risorse pubbliche posto che non sono state utilizzate  secondo le finalità naturali di prevenzione e tutela del territorio ,ma in maniera impropria e ovviamente inadeguata .Non vogliamo “rubare “ il mestiere alla Magistratura ma ovviamente è suo compito accertare altresì se tutte le sigle e siglette sorte ,è il caso di dire,  come funghi in questi ultimi tempi ,hanno relazioni di svariata natura  con il carrozzone  Parco, e  soprattutto a chi giovano  gli articolati incendi scientificamente programmati ,organizzati e diretti sul Pollino .