sabato 19 luglio 2014



...UNA DONNA CON LE PALLE ....



 Giorgia Iafrate ,34 anni di Frosinone ,laureata in giurisprudenza e un master in scienze forensi ,Dirigente supervisore alla sezione volanti della Questura di Milano ,è lei che con la sua testimonianza ha incrinato il castello di carte del procuratore aggiunto Ilda Boccassini .«Perché non ha eseguito gli ordini del pm minorile Annamaria Fiorillo», chiese la Boccassini domandandole perché non avesse trattenuto Ruby. «Non ho disatteso gli ordini del pm perché erano cambiati». Fino ad affermare che forse è proprio Fiorillo che «ricorda male. Io invece ricordo benissimo e non cambio una virgola di quanto ho già detto» . Quanto alla storia delle parentele con Mubarak raccontò: «Mi disse che tavolta si spacciava come nipote ma in realtà non lo era».
Nessuno vuole dispiacere i magistrati e il loro prezioso lavoro, ma qualche domanda bisogna farsela,una sentenza che forse restituisce dignità a chi, a seguito della condanna in primo grado, fu tacciato di infedeltà e di aver raccontato il falso.
 In particolare quella donna, funzionario di polizia, coraggiosa e serena davanti alla più temibile dei PM di Milano, Ilda Bocassini.
 Lei, quel funzionario la dott.ssa Giorgia Iafrate la quale senza timore, con la serenità di chi sapeva di essere nel giusto, rispose, alla “terribile Ilda” che forse aveva dimenticato che in quel gioco delle parti, in cui spesse volte finiscono le aule di tribunale, non si può derogare al rispetto personale di chi fa parte delle altre istituzioni dello stato.
 Anche a quel funzionario, che non si piegò alla dura dialettica di un PM , deve volgere il pensiero di tutti noi, non bugiarda ma onesta servitrice dello Stato.
 E dopo tutte le macerie che una vicenda come questa provoca bisogna aprire una nuova stagione della politica, della giustizia, del rispetto tra istituzioni e persone ,un periodo dove il protagonismo dei singoli venga meno, specie tra i magistrati, a favore di un più alto e puro concetto di democrazia e di giustizia per tutti.