L' ULTIMA TAPPA
Massimo Moratti, 69 anni,lascia definitivamente . E’ l’ultima tappa ,inattesa e improvvisa , dell’addio all’Inter. Una storia iniziata nel febbraio 1995 quando Moratti rilevò la società da Ernesto Pellegrini, riportando ‘a casa’ il club reso grande dal padre Angelo.Bocche cucite sulla motivazione che ha spinto l’imprenditore milanese ,socio dell’Inter con quote pari al 29,5% tramite la Internazionale Holding srl, a rinunciare all’incarico, ma le cause potrebbero essere rintracciabili nelle parole di Thohir lunedì scorso, giorno dell’approvazione del bilancio. Il numero uno di corso Vittorio Emanuele, riferendosi al rischio che l’Uefa sanzioni l’Inter per la violazione del fair play finanziario, aveva detto: “Le regole Uefa sono positive, evitano che qualcuno usi le società come un giocattolo”. Un’espressione generale ma probabilmente riferita al petroliere milanese. Osservazioni rincarate e contestualizzate da Bolingbroke: “Siamo pronti a raddrizzare ciò che è andato storto in passato. Ci sono norme che eviteranno che il club venga gestito come in passato”. Alla guida della società per 19 anni, Moratti non ha mai centellinato le spese per provare a seguire le orme del padre, che portò l’Inter sul tetto di tutto. Ci è riuscito solo nel 2010 dopo aver collezionato una sfilza di campioni, presunti tali e scelte errate ,allenatori cambiati ogni chiaro di luna, 19 in 18 anni,e se non fosse intervenuto Thoir sarebbero stati 20 in questi giorni per la mania di prendersela con l'allenatore , meno di uno all'anno, impressionante,decisioni che hanno dissanguato l'economia del club. Ma subito dopo la storica stagione del Triplete con la fortunata coincidenza ,una delle poche ,di possedere un fenomeno come Milito , l’Inter si è nuovamente infilata in un tunnel di risultati e i suoi conti sono peggiorati di anno in anno. Fino alla vendita della maggioranza a Thohir, che proprio in settimana ha chiuso il suo primo bilancio con una perdita di 103 milioni di euro e si ritrova ora a dover organizzare nel giro di tre anni la ristrutturazione del debito, grazie a un prestito sottoscritto con Goldman Sachs International e Unicredit. Un piano salatissimo che comporterà il pagamento di una pesante rata fino al marzo 2019 e un maxisaldo finale da 184 milioni da rimborsare il 30 giugno 2019. La domanda sorge spontanea possibile che un oculato e abile magnate come Thoir non era a conoscenza di questa situazione ? Possibile che un imprenditore e presidente pur se innamorato ciecamente del suo club non intuì che non poteva andare lontano detenendo solo il 29,5 % della società per giunta indebitata in quella maniera?
Una storia tutta italiana imperniata sui versi di una nota canzone " Finchè la barca va, lasciala andare.. " e sul cui spirito si è vissuto per decenni non solo nel mondo del calcio...Ma poi viene sempre un giorno in cui il "sistema " va in avaria e viene presentato il conto.