domenica 2 settembre 2012

ANCORA FIAMME SUL POLLINO ! UN PARCO DA SALVARE ,PRIMA CHE SIA TROPPO TARDI !



 

 

Certo che , qui da noi , giorno dopo giorno ,le cose con le quali abbiamo a che fare ,da qualsiasi parte proviamo a voltarci , appaiono sempre più surreali. Dopo i fatti di cronaca delle settimane scorse in altri campi , si pone ora sotto gli occhi degli osservatori , la vicenda del Parco Nazionale del Pollino .Parco ,dal latino parcere riservare, tutelare ,proteggere.Doveva in effetti tutelare ,ora invece ,necessita di una tutela e salvataggio per la sua sopravvivenza o quantomeno la sua efficienza .
Il  Parco Nazionale del Pollino, a cavallo tra  Basilicata e Calabria ,il secondo in Italia per estensione , dopo quello dello Stelvio,comprende oltre che il Massiccio del Pollino ,i Monti dell’Orsomarso  e il Monte Alpi di Latronico .I  2267  metri di altezza s.l.m. della Serra del Dolcedorme costituiscono il rilievo più alto della Italia Meridionale. Il Parco venne istituito con D.M. dell’Ambiente  il 1/12/1990 .La gestione Ente Parco nel 1993. Ha una superficie di 192.565  ettari. Come si accennava ,interessa il territorio di due importanti regioni meridionali ,Calabria e Basilicata ,ricche di potenziali risorse e soprattutto bisognose di radicali interventi sulla tutela ambientale e incentivazioni allo sviluppo del territorio in questo settore che potrebbe fare da volano a tutta l’economia .Il Parco si trova strategicamente inserito fra due mari, il Tirreno e lo Jonio al centro di una vasta area fra la piana di Sibari a sud e la zona della valle del Mercure e i giacimenti petroliferi lucani della val D’Agri a nord, sono presenti anche all’interno della zona del Parco notevoli sorgenti termali .Dal punto di vista fisico,il paesaggio si diversifica notevolmente: mentre a nord discende dolcemente verso i fiumi Sinni e Mercure-Lao a sud si presenta aspro ed accidentato .Alcuni fiumi sono circondati da lussureggiante vegetazione boschiva ,come il Peschiera, altri sono imprigionati all’interno di profonde gole come il Raganello,Argentino e Lao.Nel Parco del Pollino è presente la importante formazione vegetale del Pino Loricato, una specie presente solo sul Pollino ,con esemplari che raggiungono anche i 900 anni di età. Nei monti dell’Orsomarso vive ancora un nucleo del rarissimo capriolo italico.Sono presenti anche il lupo, la lontra,l’aquila,il picchio nero,il driomio pur se non facilmente avvistabili.A livello di reperti storici occorre segnalare la Grotta del Romito presso Papasidero dove sono stati rinvenuti graffiti e sepolture di 12.000 anni fa  e il monte Manfriana  dove a 1900 metri di altitudine si trovano i resti di un piccolo tempio Ellenico.Fatta questa doverosa premessa ,ci preme informare tutti i cittadini  che un importante Ente come questo ,è al centro di quotidiane pressanti denunce , da parte delle comunità che fanno parte del Parco del Pollino ,riguardanti la sua negativa e inadeguata  gestione che in pratica inficia ogni reale possibilità di evoluzione e sviluppo nello spirito di ottemperare alle reali finalità per cui l’Ente stesso è stato creato .Occorre pertanto un’inversione radicale di tendenza sia a livello di gestione che di guida politica per elaborare idee e sviluppare proposte  atte a creare una migliore e più produttiva gestione  delle risorse per lo sviluppo del territorio , da anni mortificato da una politica asfittica, inadeguata, incapace e addirittura poco trasparente ,con contradditori e insignificanti interventi contraddistinti da finalità clientelari di basso e riduttivo profilo.E’ questo del Parco Nazionale del Pollino, un territorio ricco di immense potenziali risorse che sono un punto di riferimento imprescindibile per uno sviluppo ben  programmato ,articolato e lungamente auspicato dalle popolazioni interessate. E’ ormai indispensabile e improcastinabile un decisivo intervento del Governo centrale per salvare il Parco prima che sia troppo tardi ,quando ormai le risorse sono state “bruciate” nelle solite inutili e improduttive operazioni clientelari ,specchio di un costume che ha ridotto il nostro territorio  in queste condizioni.La questione incendi di questi giorni la dice lunga  sulla totale inadeguatezza di programmi e utilizzo delle immense risorse pubbliche da parte dei consiglio di amministrazione del Parco stesso .Manca un adeguato monitoraggio ,manca una soddisfacente azione di vigilanza umana a livello di guardie  del parco, manca ovviamente una struttura che a sua volta controlli l’operato delle guardie … …In effetti il 99 % del bilancio del parco dovrebbe essere utilizzato per le azioni di vigilanza e tutela, a  prevenzione secondo lo spirito  della sua istituzione ..parcere .preservare ..proteggere .Tutelare l’esistente in primo luogo e poi il resto a cui si accennava sopra .Le alchimie politico clientelari mortificano un  territorio dove si è arrivati all’assurdo che il Parco finanzi la stessa opera pubblica più volte   all’interno dei centri abitati comunali o finanzi mostre fotografiche o sagre paesane sempre  a fini  clientelari propagandistici  e ci  portano  lontano dalla vera autentica finalità per cui i parchi stessi sono stati ideati e istituzionalizzati .Lo scempio di questi giorni deve far riflettere e se i responsabili veri non hanno la dignità di rassegnare  le dimissioni dai loro super remunerati incarichi ,dati peraltro non si sa per quali meriti e per quali specifiche competenze,sia allora il Governo centrale a commissariare il Parco del Pollino o quantomeno sospendere le risorse pubbliche posto che non sono state utilizzate  secondo le finalità naturali di prevenzione e tutela del territorio ,ma in maniera impropria e ovviamente inadeguata .Non vogliamo “rubare “ il mestiere alla Magistratura ma ovviamente è suo compito accertare altresì se tutte le sigle e siglette sorte ,è il caso di dire,  come funghi in questi ultimi tempi ,hanno relazioni di svariata natura  con il carrozzone  Parco, e  soprattutto a chi giovano  gli articolati incendi scientificamente programmati ,organizzati e diretti sul Pollino .