COME OGGI LA CADUTA DEL MURO ...
Il 9 novembre 1989, cadeva il Muro di Berlino: una data entrata nella storia per aver segnato l'inizio del disfacimento di quell'ordine stabilitosi nel dopoguerra ma che aveva già cominciato a vacillare all'inizio di quell'ultimo decennio.
Nel 1945 la Conferenza di Yalta aveva decretato la divisione della Germania e quella di Berlino in quattro settori amministrati dai vincitori della Seconda Guerra Mondiale: USA, Regno Unito, Francia ad ovest e URSS ad est. I settori occidentali vennero uniti il 23 maggio 1949 dando vita alla Repubblica Federale di Germania (Bundesrepublik Deutschland o BRD); in quello orientale il 7 ottobre 1949 fu proclamata la Repubblica Democratica Tedesca (Deutsche Demokratische Republik o DDR).
Da allora divenne uso comune parlare di Germania dell'Ovest e Germania dell'Est, così come di Berlino Ovest e Berlino Est. Inizialmente i cittadini di Berlino erano liberi di circolare tra tutti i settori ma con la Guerra Fredda intervennero delle limitazioni finché nel 1952 venne chiuso il confine tra le due Germanie. Questa misura non fece che attrarre, però, sempre più cittadini della Germania dell'Est verso Berlino Ovest e così, per fermare la fuga dalla dittatura, il regime comunista della Germania Est ordinò l'inizio della costruzione di un muro attorno ai tre settori occidentali nella notte tra il 12 e il 13 agosto 1961 a Berlino Est. Così facendo il muro avrebbe diviso in due la città e circondato completamente i settori occidentali rendendoli un’isola a sé rinchiusa entro i territori orientali.
Verso gli inizi degli Anni Ottanta, però, la crisi del blocco orientale cominciò a farsi sentire: nel 1980 nacque in Polonia il sindacato indipendente «Solidarnosc», cui alla fine del 1985 seguì la proclamazione della legge marziale. Solo un anno e mezzo dopo, nel marzo 1985, Michail Gorbaciov arrivò al potere nell’Unione Sovietica. Nel gennaio 1987 il nuovo Segretario generale del Partito Comunista dell’Unione Sovietica espresse questa opinione veramente rivoluzionaria: «Abbiamo bisogno della democrazia come dell’aria per respirare». Questo messaggio spronò gli attivisti per i diritti civili in Polonia e in Ungheria, nella Cecoslovacchia e nella DDR.
Nell’autunno 1989 la pressione esercitata dalle proteste nella Germania orientale divenne tanto forte che il regime comunista si sarebbe potuto salvare solo mediante un intervento militare dell’Unione Sovietica. Gorbaciov, però, non era disposto ad attuarlo.
Il 9 novembre 1989, durante una conferenza stampa a Berlino al Ministro della Propaganda della DDR, Günter Schabowski, fu recapitata la notizia che i cittadini di Berlino Est erano stati autorizzati ad attraversare il confine se muniti di appropriato permesso ma non gli furono date indicazioni su come comunicare la notizia. Trattandosi di un provvedimento preso poche ore prima della conferenza, sarebbe dovuto entrare in vigore solo nei giorni successivi per dar modo alle guardie di confine di essere informate e preparate. Invece durante quella stessa conferenza stampa il corrispondente dell'agenzia Ansa da Berlino Est, Riccardo Ehrman, chiese da quando le nuove misure sarebbero entrate in vigore e Schabowski, cercando inutilmente di trovare un'indicazione in merito tra la documentazione fornitagli ma non avendo un'idea precisa, affermò che la DDR aveva aperto i confini con effetto immediato.
Poco dopo migliaia di cittadini della DDR si riversano sulle stazioni di confine e iniziò la rivoluzione pacifica che fece capitolare la direzione politica dell'intero Paese: il 9 novembre 1989 cadde il Muro di Berlino, 155 km di una barriera di cemento che fu simbolo della divisione non solo di una città, occupata ad est dai sovietici e nella parte occidentale dagli alleati ma di due mondi che si erano sviluppati in direzioni completamente opposte.
Il 9 novembre 1989, cadeva il Muro di Berlino: una data entrata nella storia per aver segnato l'inizio del disfacimento di quell'ordine stabilitosi nel dopoguerra ma che aveva già cominciato a vacillare all'inizio di quell'ultimo decennio.
Nel 1945 la Conferenza di Yalta aveva decretato la divisione della Germania e quella di Berlino in quattro settori amministrati dai vincitori della Seconda Guerra Mondiale: USA, Regno Unito, Francia ad ovest e URSS ad est. I settori occidentali vennero uniti il 23 maggio 1949 dando vita alla Repubblica Federale di Germania (Bundesrepublik Deutschland o BRD); in quello orientale il 7 ottobre 1949 fu proclamata la Repubblica Democratica Tedesca (Deutsche Demokratische Republik o DDR).
Da allora divenne uso comune parlare di Germania dell'Ovest e Germania dell'Est, così come di Berlino Ovest e Berlino Est. Inizialmente i cittadini di Berlino erano liberi di circolare tra tutti i settori ma con la Guerra Fredda intervennero delle limitazioni finché nel 1952 venne chiuso il confine tra le due Germanie. Questa misura non fece che attrarre, però, sempre più cittadini della Germania dell'Est verso Berlino Ovest e così, per fermare la fuga dalla dittatura, il regime comunista della Germania Est ordinò l'inizio della costruzione di un muro attorno ai tre settori occidentali nella notte tra il 12 e il 13 agosto 1961 a Berlino Est. Così facendo il muro avrebbe diviso in due la città e circondato completamente i settori occidentali rendendoli un’isola a sé rinchiusa entro i territori orientali.
Verso gli inizi degli Anni Ottanta, però, la crisi del blocco orientale cominciò a farsi sentire: nel 1980 nacque in Polonia il sindacato indipendente «Solidarnosc», cui alla fine del 1985 seguì la proclamazione della legge marziale. Solo un anno e mezzo dopo, nel marzo 1985, Michail Gorbaciov arrivò al potere nell’Unione Sovietica. Nel gennaio 1987 il nuovo Segretario generale del Partito Comunista dell’Unione Sovietica espresse questa opinione veramente rivoluzionaria: «Abbiamo bisogno della democrazia come dell’aria per respirare». Questo messaggio spronò gli attivisti per i diritti civili in Polonia e in Ungheria, nella Cecoslovacchia e nella DDR.
Nell’autunno 1989 la pressione esercitata dalle proteste nella Germania orientale divenne tanto forte che il regime comunista si sarebbe potuto salvare solo mediante un intervento militare dell’Unione Sovietica. Gorbaciov, però, non era disposto ad attuarlo.
Il 9 novembre 1989, durante una conferenza stampa a Berlino al Ministro della Propaganda della DDR, Günter Schabowski, fu recapitata la notizia che i cittadini di Berlino Est erano stati autorizzati ad attraversare il confine se muniti di appropriato permesso ma non gli furono date indicazioni su come comunicare la notizia. Trattandosi di un provvedimento preso poche ore prima della conferenza, sarebbe dovuto entrare in vigore solo nei giorni successivi per dar modo alle guardie di confine di essere informate e preparate. Invece durante quella stessa conferenza stampa il corrispondente dell'agenzia Ansa da Berlino Est, Riccardo Ehrman, chiese da quando le nuove misure sarebbero entrate in vigore e Schabowski, cercando inutilmente di trovare un'indicazione in merito tra la documentazione fornitagli ma non avendo un'idea precisa, affermò che la DDR aveva aperto i confini con effetto immediato.
Poco dopo migliaia di cittadini della DDR si riversano sulle stazioni di confine e iniziò la rivoluzione pacifica che fece capitolare la direzione politica dell'intero Paese: il 9 novembre 1989 cadde il Muro di Berlino, 155 km di una barriera di cemento che fu simbolo della divisione non solo di una città, occupata ad est dai sovietici e nella parte occidentale dagli alleati ma di due mondi che si erano sviluppati in direzioni completamente opposte.